Da quanto si dica, si narri, o si dipinga, Napoli supera tutto: la riva, la baia, il golfo, il Vesuvio, la città, le vicine campagne, i castelli, le passeggiate… Io scuso tutti coloro ai quali la vista di Napoli fa perdere i sensi! (Johann Wolfgang Goethe)
Visitare Napoli significa immergersi in una pièce, in un luogo in cui la realtà, spesso, sembra il canovaccio di un’opera di Eduardo De Filippo.
E’ una città dove la tragedia si fonde perfettamente con la commedia.
Teatrali sono i gesti e i discorsi dei napoletani che, quotidianamente e spontaneamente, mettono in scena il dramma e la farsa della vita nella splendida scenografia dei vicoli.
Quei vicoli citati nella canzone napoletana e famosi tanto quanto le sue bellezze artistiche. Castel dell’Ovo, il Maschio Angioino, la Certosa di san Martino, il Palazzo Reale, il Cristo velato, la Reggia di Capodimonte (solo per citarne alcuni) sono il prodotto di una storia plurimillenaria della città partenopea.
Le vicende storiche e la quotidianità hanno ispirato e continuano ad ispirare registi di serie tv e film. Film drammatici (come le Quattro giornate di Napoli diretto da Nanni Loy) o comici (come quelli del principe della risata Antonio De Curtis, in arte Totò). Anche la fede a Napoli diventa espressione teatrale.
Un esempio è dato dalle “parenti” di san Gennaro che ogni anno attendono il miracolo dello scioglimento del sangue.
Tradizionale è anche il presepio che, nel Settecento, diventa una vera e propria espressione artistica, nonché specchio della variegata società napoletana.
Napoli è un insieme omogeneo di culture, colori, suoni ed odori; l’odore della sfogliatella, del babà e della pizza che ammaliano il visitatore il quale diventa parte attiva di questo meraviglioso spettacolo.