di Viviana Ricciardone
C’è tempo fino al 25 marzo 2018 per andare al MANN a vedere la mostra “I Longobardi. Un popolo che cambia la storia”. Partita a settembre da Pavia, capitale della Langobardia maior, ospite da dicembre per la sua seconda tappa al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, concluderà il suo viaggio itinerante al prestigioso Ermitage di San Pietroburgo.
Per chi si è appassionato a questo popolo misterioso “una ghiotta occasione” per vedere pezzi originali provenienti da località che per ovvie ragioni di distanza e di impegno lavorativo non visiteremmo nell’immediato: la lastra con pavone dal monastero di san Salvatore a Brescia, la bellissima fibula a S da Cividale del Friuli, i corni potori in vetro usati per bere dalla upper-class, la ricostruzione della tomba di Povegliano veronese con la sepoltura rituale del cavallo senza testa e due cani del defunto. Spiccano pure i bellissimi gioielli, le armi come lo scramasax tipica spada a due lame, i vasi provenienti dal monastero di San Vincenzo al Volturno, il codice (in scrittura beneventana) delle Leggi Longobarde del 1005 da Cava de Tirreni , il “titulus”, ’iscrizione dedicatoria che Paolo Diacono dedicò ad Arechi, principe di Salerno.
La forza di questo allestimento sta proprio nell’opera di raccolta dei pezzi più prestigiosi provenienti da tutt’Italia, una visione corale mai avvenuta sinora. E difatti, andando a leggere qualche notizia su internet, si scopre che c’è dietro il lavoro di quindici anni, ben 32 siti longobardi rappresentati in mostra e più di 80 i musei e gli enti prestatori. Mentre 50 sono stati gli studiosi coinvolti nelle ricerche e nella stesura del catalogo.
GiĂ nel 2011 un itinerario su questo popolo è entrato a far parte della lista Unesco – “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C)” – sette siti di cui due nel nostro meridione: la chiesa di Santa Sofia a Benevento e il santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo sul Gargano.
Anche la scorsa edizione della BMTA di Paestum – Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico – conclusasi a novembre, ha dedicato interventi e conferenze a questo popolo.
Ora con questa mostra itinerante gli eventi correlati sono moltissimi. Il 6 febbraio a Capua, capitale longobarda del Sud assieme a Benevento e Salerno, si è tenuta una conferenza sul tema. Mentre all’interno del museo napoletano continuano a svolgersi laboratori dedicati ai più piccoli.
Che dire? Il “popolo dalle lunghe barbe” è tornato!