Dal 12 aprile al 14 luglio 2019, al Museo di Capodimonte una grande mostra sul periodo napoletano di Caravaggio e sui caravaggeschi
Caravaggio e Napoli sono legati da un rapporto speciale: qui si rifugiò quando per vicende legali dovette fuggire da Roma.
Michelangelo Merisi, l’artista eccelso e “maledetto”, nel 1606 soggiornò nei Quartieri Spagnoli. Osservò l’umanitĂ varia e tragica che abitava questo popolare rione. Queste figure diventarono gli attori delle sue tele, con il loro estremo e turbante realismo.
In questo periodo dipinse numerose opere, tra queste le Sette opere di Misericordia, conservate presso il Pio Monte della Misericordia, in via dei Tribunali.
Tra l’autunno del 1609 e l’estate del 1610 (anno in cui l’artista morì a Porto Ercole) il Caravaggio fu di nuovo a Napoli.
Risalgono a questo periodo le tre tele realizzate per la chiesa di Sant’Anna dei Lombardi, purtroppo distrutte a causa del terremoto del 1805.
Dello stesso anno l’incompiuto Martirio di Sant’Orsola, oggi custodito presso la Galleria di Palazzo Zevallos.Â
Nella mostra allestita nella sala Causa della Reggia di Capodimonte, sono esposte sei opere del Caravaggio grazie ai prestiti di diversi musei, tra cui la National Gallery di Londra.
Di forte impatto il dialogo che si instaura tra la Flagellazione conservata presso la pinacoteca napoletana e quella proveniente dal Musée des beaux arts di Rouen.